Il concetto di galassie come enormi aggregati di stelle molto lontane da noi, si è affermato solo nel 1920 in seguito all’osservazione di un particolare tipo di stelle dette “Cefeidi”( nella costellazione di Cefeo) che ha permesso un calcolo molto più accurato delle distanze delle stelle, in particolare di stelle molto lontane, fino a milioni di anni luce da noi, sfruttando la variazione periodica della loro luminosità.

Il nostro sistema solare si trova nella porzione esterna della galassia detta Via Lattea, già nota agli antichi. Il nome galassia deriva appunto dal greco galactòs  la cui radice significa latte. Essa infatti viene vista di taglio, come una striscia lattiginosa (da località dove non c’è inquinamento luminoso). Oggi si stima che esistano migliaia di miliardi di galassie, per quanto con caratteristiche diverse. Il  primo catalogo risale al 1773 e si deve a Charles  Messier. Il suo intento era distinguere oggetti sempre presenti in cielo, da nuove comete, che si presentano all’osservazione telescopica come oggetti diffusi. Il “ Catalogo di Nebulose”, nell’edizione finale contiene 110 oggetti, molto eterogenei,  indicati  con la lettera  M seguita da un numero. Molti sono oggetti della Via Lattea: Ammassi globulari, Ammassi aperti, Nebulose Planetarie, resti di supernove ma ci sono anche galassie molto luminose. Un nuovo catalogo, molto più ricco di oggetti dello spazio profondo, fu pubblicato nel 1888, si tratta del catalogo NGC ( New General Catalog ) che è alla base della catalogazione attuale e in cui la sigla M è sostituita da NGC. Già nell’edizione del 1888 conteneva 7840 oggetti, per la maggior parte galassie, individuate con la sigla NGC seguita da un numero progressivo di catalogazione. L’ultima edizione, riveduta e corretta è il NGC 2000.0 del 1998.